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Il modello probabilistico della malattia di Alzheimer: l'ipotesi amiloide rivista

La cascata amiloide, una catena deterministica di eventi che porta dalla deposizione di amiloide, poi tau, alla neurodegenerazione e al progressivo deterioramento cognitivo, è il modello più ampiamente accettato di AD. Secondo questo modello, il 30% delle persone oltre i 65 anni senza problemi di memoria che hanno l'amiloide nel cervello hanno la malattia di Alzheimer precoce e devono essere trattati con farmaci anti-amiloide per prevenire lo sviluppo del deterioramento cognitivo. Questo modello è adatto per l'AD autosomico dominante, le rare forme familiari che iniziano intorno ai 40-50 anni, ma è meno applicabile all'AD sporadico, la forma comune che colpisce le persone oltre i 65 anni senza ereditarietà significativa.

A causa delle sfide dello sviluppo di farmaci mirati all'amiloide, l'ipotesi dell'amiloide deve essere riconsiderata. Nuove informazioni riguardanti l'epidemiologia e la biologia di AD ci permette di proporre un modello probabilistico di AD, in cui l'amiloide rimane un giocatore chiave, ma come uno dei diversi fattori di rischio come l'allele e4 del gene APOE, che promuovono lo sviluppo del deterioramento cognitivo. Il deterioramento cognitivo si sviluppa quando il peso di questi fattori di rischio supera la resilienza del cervello. Quest'ultimo è a sua volta determinato da fattori protettivi di origine genetica e ambientale.

Il modello suggerisce che:

  • le persone a rischio (con amiloidosi cerebrale) dovrebbero essere trattate prima che sviluppino il deterioramento della memoria (prevenzione secondaria), come facciamo oggi per la prevenzione delle malattie vascolari
  • tutti i fattori di rischio, non solo l'amiloide, devono essere trattati per massimizzare la protezione del cervello; la ricerca dovrebbe sviluppare farmaci per il fattore di rischio genetico più potente, l'allele e4 del gene APOE
     

Articolo da pubblicare su Nature Reviews Neuroscience con il titolo The probabilistic model of Alzheimer disease: the amyloid hypothesis revised, Giovanni B. Frisoni, Daniele Altomare, Dietmar Rudolf Thal, Federica Ribaldi, Rik van der Kant, Rik Ossenkoppele, Kaj Blennow, Jeffrey Cummings, Cornelia van Duijn, Peter M. Nilsson, Pierre-Yves Dietrich, Philip Scheltens e Bruno Dubois
 

Dernière mise à jour : 18/10/2021